16/08/17

Okinawa : Naha & Zamami


Ormai le nostre estati sono sempre più tropicali e meno temperate, così spesso, per via dell' umidità che sento nell'aria e complice anche la voglia di mare, il pensiero vola ad est e molto a sud del Giappone, ad Okinawa. A quei 3 giorni trascorsi tra Naha e l'isola di Zamami.

E la voglia di ritornarci è sempre tanta. Nonostante quel clima che ti mette a dura prova.


Di solito non si pensa ad andare ad Okinawa quando si fa un viaggio in Giappone perchè è lontana da diverse mete che sono più a portata di mano, ma con i voli interni è fattibile. Da Osaka ad esempio sono solo 2 ore. Io volai con la compagnia Jetstar e mi sono trovata molto bene.

Desideravo tanto far tappa in quella terra anche se ero conscia che con 3 giorni si potesse fare molto poco, così ho organizzato il tutto scegliendo un albergo vicino a Miebashi ( a circa 15' di monorail dall'aereoporto ) che è molto centrale, si trova vicino al terminal dei traghetti per Zamami ed è ben collegato con i mezzi.

in viaggio sulla monorail


A Okinawa sono ben organizzati anche con un call center multilingua!

Se si vuole stare di più sull' arcipelago e girarlo in modo più esteso la situazione è simile a quella dell ' Hokkaido, i mezzi non sono moltissimi e i pullman passano con una frequenza tale che affittare una macchina è la cosa migliore. Però anche con una manciata di giorni a disposizione qualcosina si può fare e vedere.
Ma l'esperienza e la piacevolezza del suo ricordo dipende anche dalle persone che incontri, da quei piccoli luoghi che magari visiti inaspettatamente o che ti sorprendono, dai posti dove mangi, da quei momenti che hanno un'atmosfera particolare e così bella che s'imprime in te e che difficilmente dimenticherai.
Ecco, quei 3 giorni sono stati segnati da momenti che li hanno resi indimenticabili. Nonostate il caldo afoso! :)

Il primo giorno a Naha passeggiata per Kokusaidori con le sue arcade piene di negozietti e allo Tsuboya Pottery district che si può prendere da Heiwadori


E' davvero un pezzetto di Naha caratteristico dove si possono fare acquisti di ogni genere e visitare poi il museo della ceramica e i negozi di ceramica tradizionale e moderna lungo una via lastricata con costruzioni tipiche del luogo.

Heiwadori

Tsuboya pottery district
Io l'ho trovato adorabile.




Mangiammo un delizioso curry con verdure tipiche e dei dolci in un posticino ( Yachimun Café & Shop Chataro ) che purtroppo ora ha deciso di tenere in piedi solo il negozio di ceramiche e ha chiuso il piccolo caffè.


il fu Yachimun Café & Shop Chataro

Uno dei piacevoli ricordi che ho è proprio in quella strada e in quel locale, quando sbirciavo tra tutti gli oggetti in ceramica e vetro che vendevano ( riportandone a casa un paio ) e il pranzo col sottofondo musicale dei film dello studio Ghibli.


Sapere che quel caffè ha chiuso mi dispiace molto e spero che un giorno decidano di ripristinarlo perchè era apprezzato da chiunque lo visitasse secondo me ( vedi questo post su okinawaclip ) .


Di Naha abbiamo potuto visitare prima di ripartire solo il castello Shuri ( dal nome della capitale del vecchio regno Ryukyu, prima che diventasse la prefettura giapponese Okinawa ) residenza del re fino al 1879.

Lo Shurijo al tramonto


Gli edifici odierni sono ricostruzioni del 1992 e ci permettono di vedere in parte l'arte del regno di Ryukyu del 1300. Soprattutto la sala seiden ricostruita con il suo stile originale. Molto simile a quello cinese, la sala con la ricostruzione del trono è stata molto affascinante da vedere! Poi la piazza che porta alle sale è meravigliosa e desideravo tanto vederla dal vivo.
Dopo la visita, fatta intorno all' ora del tramonto, abbiamo cenato in un carinissimo ristorante che per lo più cucinava piatti a base di tofu, abbiamo mangiato alla maniera giapponese sul pavimento e con un tavolino basso, è stato un pò scomodo ma piacevole per la cucina e l'atmosfera tranquilla ma non fredda perchè era frequentato da coppie ma anche da famiglie, senza prenotazione siamo stati fortunati a trovare un tavolo prima che chiudesse! Non ricordo ora il nome e se troverò il biglietto da visita aggiornerò il post!

A Zamami siamo arrivati il primo giorno in serata con la Queen Zamami, per poco non perdevamo il traghetto perchè le indicazioni della vicinanza del porto erano sbagliate e in realtà non erano sufficienti 5 minuti per raggiungere la zona dove ci si imbarcava per Zamami. E' stato un vero miracolo che ci abbiano aspettati mentre facevamo i biglietti perchè abbiamo fatto partire la nave in ritardo. Se l'avessimo persa sarebbe stato un problema, ci avrebbe tolto del tempo per goderci l'isola. Ma per fortuna non è andata così! :)
Organizzare una visita a Zamami e sapere tutto quel che c'è da sapere sulle varie spiagge, gli osservatori, i ristoranti e l'accoglienza è molto facile anche perchè hanno un buon sito in inglese ( QUI ) . Quando ci sono andata io c'era solo il sito ufficiale giapponese con traduttore ( QUI ) e un altro sito con info in inglese oltre a Japan guide , ma ce l'abbiamo fatta!
Io sono stata solo a Furuzamami beach ( molto ben attrezzata, anche per mangiare ) e ad Ama beach ( dove invece bisogna portarsi dietro l'ombrellone o si può solo cercare l'ombra delle siepi quando non si sta in acqua! ).

Furuzamami beach

Esistono dei servizi di navetta che fanno andata/ritorno dal villaggio di Zamami alla spiaggia di Furuzamami ma noi all'andata la facemmo a piedi, poi ci accordammo con i signori della navetta per il rientro. Vicino all'ingresso della spiaggia trovammo un piccolo negozio dove potei affittare l'attrezzatura da snorkeling perchè una delle cose che desideravo fare di più era proprio quello!
Bisogna stare attenti a non rovinare la barriera corallina che è molto delicata, ma anche senza fare proprio delle vere immersioni si possono vedere delle cose meravigliose per chi poi , come me, non è abituato a vederne.

foto © pagetotravel

foto © okinawaclip

Non riuscivo a stare più di 10 minuti sotto l'ombrellone, sono stata in acqua quasi tutto il tempo ( una goduria anche per via del caldo ) a guardare pesciolini ( compreso "un Nemo", il pesce pagliaccio ) che nuotavano intorno e sotto di me. Ogni volta scoprirne di nuovi era così emozionante che cercavo di addentrarmi tra i coralli per quanto mi permetteva la maschera e anche senza in apnea per pochissimo. Non ne avevo mai abbastanza!
Poi il mare era di un colore magnifico e nonostante ci fosse altra gente e famiglie con bambini si stava benissimo. Ce ne siamo andati solo poco prima del tramonto e dopo aver mangiato degli yakisoba cucinati da una ragazza che conoscemmo alla nostra guest house. 

Al rientro il nostro padrone di casa alla Iyonchi ci aveva gentilmente proposto di portarci all' osservatorio di Kaminohama, a ovest del villaggio di Ama. Non sarebbe stato facile per noi arrivarci a piedi quindi ci fece un grosso regalo, anche perchè il tramonto fu stupendo. 




Davvero uno dei punti migliori dell'isola per scattare foto con l'alta marea proprio in quel momento della giornata!

Con la ragazza che alloggiava nel nostro stesso b&b ( aiutava con il lavoro per la stagione una sua amica ) la seconda sera siamo stati a mangiare in un izakaya al villaggio, il Santa.  Lì abbiamo provato nuove pietanze, bevuto birra e assaporato l'atmosfera del pub/trattoria giapponese,  rilassata e un pò "caciarona" , ma molto verace. Hanno anche il menu in inglese così è stato più facile capire, sebbene, la nostra nuova amica fosse molto brava con l'inglese perchè si era trasferita a New York!

l'izakaya Santa a Zamami

Ma anche da soli una sera non avendo fortuna nei ristoranti, perchè eravamo nel pieno di una festività e non avevamo prenotato prima, ci siamo accontentati delle pietanze fritte di un piccolo negozietto tra le vie del villaggio ed è stato molto carino. Poi ci siamo rintanati al fresco della nostra camera con il condizionatore perchè dopo un pò l'aria era troppo calda da sopportare.
Il bello della guest house nella sua semplicità molto economica era un piccolo spazio conviviale dove poter bere e mangiucchiare qualcosina e quella stessa sera star lì a chiacchierare e fare amicizia fu piacevole. La nostra nuova amica in quell'occasione poi ci consigliò anche un ottimo ristorante dove mangiare pesce a Tokyo, una piccola perla chiusa tra due alti palazzi in una vietta di Ginza.

Prima di tornare a casa siamo stati un paio di ore ad Ama beach e il ricordo più carino di quella mattinata è stato vedere lungo la strada la statua del cane Maririn  ( bel punto anche per scattare foto al tramonto ) e rifocillarsi con un kakigori nel piccolo localino gestito da una coppia di signori anziani vicino alla spiaggia. 
curiosità:
La statua del cane Maririn fa riferimento alla storia famosa sia su Zamami che su Aka secondo cui il cane Shiro su Aka-jima e Marilyn su Zamami-jima si incontrarono quando Shiro viaggiò sulla sua barca a Zamami, e la passione fu tale che iniziò a nuotare ogni giorno per incontrarsi con la sua Marilyn sulla spiaggia di Ama di Zamami. Infatti su Aka-jima si trova la statua di Shiro.


Ad Ama beach , dove ho mangiato il kakigori

Tutto era lento e pacifico, le persone che abbiamo incontrato sono state ospitali e simpatiche, c'era quel mare azzurro vivido e cristalino dove mi sono divertita tantissimo a fare snorkeling, e una vegetazione rigogliosa fatta di piante dalle foglie larghe e fiori tropicali.
Ho assaggiato anche il Gōyā chanpurū (ゴーヤーチャンプルー) per pranzo in un ristorantino e quella curiosa alga chiamata umibudo all'izakaya.

il gōyā chanpurū

Ed ero circondata da casette basse, alcune di esse fatte con i tipici tetti propri dell'architettura okiwanese, e poi i carinissimi Shīsā (シーサー ) , i cani di pietra come decorazioni. 



E c'era persino una casa con delle statue ispirate ai film dello studio Ghibli!
 

Per questo porto Okinawa e Zamami nel cuore, insieme ad altri posti visitati in Giappone, e ci tornerei volentieri. Magari però quando fa un pochino meno caldo. Anche se bisogna stare attenti ai tifoni!

manhole a tema balene a Zamami, perchè si avvistano tra Dicembre e Aprile!


Dimenticavo, un altro simpatico ricordo che ho, è quello di una signora in un negozio che mi regalò un dolcetto omiyage alla beni imo ( la patata dolce tipica di okinawa ) dopo che feci acquisti da lei per scusarsi del ritardo nel trovare una cosa che desideravamo comprare.
Io non avevo fatto in tempo a comprarli per portarli a casa ma desideravo assaggiarli e quindi mi fece proprio un regalo gradito! :)



Ah! Seguite il blog un italiano a okinawa perchè racconta molto di questa terra ( e del Giappone in generale ), anche molto che non arriva qui da noi. Affronta non solo tradizioni e quotidianità, ma anche temi sociali e politici. Il tutto dal punto di vista appunto, di un italiano in Giappone.
Davvero interessante! E spesso molto divertente!
E ultimamente ha supportato un'iniziativa molto bella per un documentario-film sul gemellaggio Sardegna - Okinawa riguardo alla tradizione tessile per cui c'è stato anche un crowdfunding che per fortuna è andato bene a cura di Janas - storie di donne, telai e tesori . Verrà girato quest'anno a Dicembre e pronto per il 2018!


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