24/06/15

film: Il fascino indiscreto dell'amore ( aka Tokyo fiancée )


Prima che lo togliessero dai cinema la scorsa settimana sono riuscita a vedere Il fascino indiscreto dell'amore ( aka Tokyo fiancée ). Il titolo originale è Ni d’Eve, ni d’Adam perché é l'adattamento dell' omonimo romanzo di Amélie Nothomb Né di Eva né di Adamo.

Il film del belga Stefan Liberski da alcuni è stato definito un Favoloso mondo di Amélie che incontra Lost in translation, come stile sicuramente si, per la caratterizzazione della protagonista, le musiche e alcune piccole scene buffe per esprimere i suoi pensieri o umori in alcuni momenti.

Non penso di poter fare una recensione quindi semplicemente qui esprimo un mio parere mentre ne parlo per fermare anche questo ricordo che si può dire legato al Giappone vista la tematica del film:

Trama ( tratta da comingsoon
Il film accompagna la giovane protagonista nella sua permanenza nel Paese dei suoi sogni, quel Giappone nel quale è nata per caso e che ha lasciato quando aveva solo cinque anni. Infatti Amélie torna in Giappone piena di entusiasmo e d'illusioni e per mantenersi decide di dare lezioni di francese. Incontra così Rinri, il suo primo e unico studente, un giovane giapponese con il quale crea subito un rapporto molto intimo. La storia d'amore fra due giovani coetanei appartenenti a culture diverse è un confronto diretto fra abitudini, caratteristiche e modi di vivere estremamente lontani. Tra sorprese, momenti felici e le insidie di uno shock culturale che insieme poetico e divertente, Amélie scopre al contempo sé stessa e una parte di Giappone che non aveva mai nemmeno immaginato prima...


Ero molto curiosa, sia la trama che il trailer mi avevano colpito positivamente , al punto di aver voluto leggere il libro prima di vedere il film. Poi era un'opportunità per vedere riprese fatte in Giappone e quindi emozionarmi vedendo posti conosciuti e altri nuovi,  con una fotografia di cui si parlava molto bene in rete. E in effetti ha incontrato anche i miei gusti e l'emozione non è mancata.
Anche la colonna sonora è interessante e calzante! 



Avevo letto solo Stupore e tremori (Stupeur et tremblements, 1999) della Nothomb qualche anno fa, e il suo stile già allora mi piacque molto. Il tema di questa relazione tra una belga desiderosa di essere considerata giapponese e innamorata del Giappone con un ragazzo giapponese a cui insegna il francese a Tokyo mi intrigava e non essendo un romanzo molto lungo l'ho divorato in un paio di giorni. Lei ha uno stile tagliente e acuto per descrivere il suo vissuto e la realtà, le sue riflessioni sono spesso divertenti, ma non leggere. 
Sebbene la scrittrice, ho letto sul web, sia stata molto soddisfatta del film io preferisco il romanzo.
Perché mi ha comunicato altro e ho preferito la scelta onesta e coraggiosa di un finale in cui lei non ci fa una figura bellissima, ma che è vero e coerente anche se meno d'impatto emotivo.
L'impatto emotivo io l'ho avuto nell' ultimissima scena in cui lei rivede Rinri, in quell'abbraccio, in quelle parole che dicono poco, ma spiegano tutto. E anche se non c'é un happy end come piace a me ho capito e accettato che 'doveva andare così'!


Il finale del film invece non mi è piaciuto. Mi ha divertito il resto, ed è stato un piacere per lo sguardo vedere quegli scorci giapponesi, ma l'aver trasposto il romanzo ai giorni nostri collocandolo nel 2011, anno del grande terremoto e maremoto del Sendai e del Tohoku, scegliendo quell' evento drammatico come motivo per la partenza di Amélie e la rottura con Rinri non mi è piaciuto. 
Io non ho vissuto abbastanza in Giappone per poter dire di aver compreso il modo di pensare e la cultura dei giapponesi in modo esaustivo, lungi da me farlo, ma la decisione finale di Rinri, le parole dei vicini di casa di Amélie non mi hanno convinto. Forse era un altro modo per far capire quanto il loro non fosse un vero amore, ma solo una passione e curiosità per i reciprochi paesi di appartenenza e per il loro linguaggio che li aveva portati ad avere un rapporto di amicizia amorosa. 
Però io preferisco la decisione spiazzante ed egoistica, ma schietta, della Amélie del libro coerente con quel suo pensiero sul movimento:
Lo spazio ci libera da tutto. Non c'è tormento che resista all'espansione di sé nell'universo. Il mondo sarebbe così grande per niente? La lingua dice una cosa giusta: darsela a gambe vuol dire salvarsi. Se stai morendo, scappa. Se stai soffrendo, datti una mossa. Non esiste altra legge che il MOVIMENTO.
Amélie Nothomb - Né di Eva né di Adamo

Del resto anche il regista ammette che adattare il romanzo non è stato facile perché si tradisce sempre un pò l'autore e bisognerebbe essere un "traditore fedele". Lui c'ha provato, e per certi versi c'è riuscito, ma io l'ho digerito non troppo bene. Ecco tutto.


Alcune delle differenze culturali e difficoltà di comunicazione rappresentate nel film possono essere attuali e veritiere per alcuni, ma la mia esperienza personale mi fa dire che ci sono molte eccezioni, quindi non vanno prese come assolute.

Per chi ama il Giappone penso sia un film da vedere per le riprese e divertente per il suo stile e perché ad Amélie ne capitano veramente di cose curiose e imbarazzanti. Inoltre è pur sempre un' esperienza di crescita personale per la protagonista quindi gli spunti di riflessioni non mancano.
Peccato non abbiano inserito anche la scenetta dei nonni di Rinri perché sarebbe stata spassosa ed era un'altro modo per comunicare quella xenofobia e quell'umorismo tagliente e imbarazzante che penso fosse molto più diffuso in Giappone negli anni '80. Non che ora non ci sia, ma sicuramente sono più aperti verso lo straniero di quanto non lo fossero decenni fa.
Anche se concordo soprattutto con una cosa che viene detta nel film: 
essere donna in Giappone non deve essere facile!
( qui un articolo di pochi giorni fa sulle difficoltà delle donne in ambito universitario e non solo ) 


scena di Amélie che esprime cantando il suo entusiasmo! :)

Video interviste al regista:

https://www.youtube.com/watch?v=gzPXUDKD6kk

https://www.youtube.com/watch?v=sFGQwVdu_CU




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