27/06/15

Ricette giapponesi: nasu dengaku

Il miso rosso era in frigo e aspettava di essere aperto così stasera ne abbiamo approfittato è abbiamo deciso di provare una ricettina semplice per fare un contorno inusuale e sfizioso: melanzane ( nasu なす ) con salsa dengaku ( 田楽 ) ! Perché abbiamo trovato delle piccole melanzane un pò come quelle giapponesi che non sono grandi come le nostre!
L'ho trovata grazie ad un link di Savvy Tokyo condiviso da Tadaima Japan ma ci sono online diversi post inglesi e in alcuni oltre al sake e allo zucchero insieme al miso si mette anche il mirin ( noi abbiamo fatto così! ;))

Per 2 persone:

2 Nasu (melanzana giapponese) 
1 cucchiaio di olio di sesamo 
2 cucchiai di sake
1 chiacchiaio di mirin
2 cucchiai di miso rosso 
2 cucchiai di zucchero ( noi abbiamo usato 1 cucchiaio di zucchero moscovato perché più salutare )
1 cucchiaino di semi di sesamo
 

Per prima cosa si tagliano le melanzane a metà longitudinalmente, quindi si incidono a croce. 
Poi si versa l'olio di sesamo in una padella, e si posizionano le 2 metà delle melanzane con la parte incisa a contatto con la padella. Fatto questo si accende il fuoco e lo si tiene a livello medio.
Una volta che le melanzane sono dorate, si aggiunge 1 cucchiaio di sakè, si copre, e si lascia cuocere per 3-5 minuti.
Nel frattempo, si mescola insieme il miso, lo zucchero, il mirin e un cucchiaio di sakè e lo si fa cuocere per qualche minuto a fuoco basso. Si toglie come fa le bolle in superficie.
Si impiattano le melanzane e si cospargono con il mix di miso, infine si guarniscono con i semi di sesamo.


Leggo che dengaku possono essere condite anche altre verdure, senbei e il tofu. Buono a sapersi! ;)

24/06/15

film: Il fascino indiscreto dell'amore ( aka Tokyo fiancée )


Prima che lo togliessero dai cinema la scorsa settimana sono riuscita a vedere Il fascino indiscreto dell'amore ( aka Tokyo fiancée ). Il titolo originale è Ni d’Eve, ni d’Adam perché é l'adattamento dell' omonimo romanzo di Amélie Nothomb Né di Eva né di Adamo.

Il film del belga Stefan Liberski da alcuni è stato definito un Favoloso mondo di Amélie che incontra Lost in translation, come stile sicuramente si, per la caratterizzazione della protagonista, le musiche e alcune piccole scene buffe per esprimere i suoi pensieri o umori in alcuni momenti.

Non penso di poter fare una recensione quindi semplicemente qui esprimo un mio parere mentre ne parlo per fermare anche questo ricordo che si può dire legato al Giappone vista la tematica del film:

Trama ( tratta da comingsoon
Il film accompagna la giovane protagonista nella sua permanenza nel Paese dei suoi sogni, quel Giappone nel quale è nata per caso e che ha lasciato quando aveva solo cinque anni. Infatti Amélie torna in Giappone piena di entusiasmo e d'illusioni e per mantenersi decide di dare lezioni di francese. Incontra così Rinri, il suo primo e unico studente, un giovane giapponese con il quale crea subito un rapporto molto intimo. La storia d'amore fra due giovani coetanei appartenenti a culture diverse è un confronto diretto fra abitudini, caratteristiche e modi di vivere estremamente lontani. Tra sorprese, momenti felici e le insidie di uno shock culturale che insieme poetico e divertente, Amélie scopre al contempo sé stessa e una parte di Giappone che non aveva mai nemmeno immaginato prima...


Ero molto curiosa, sia la trama che il trailer mi avevano colpito positivamente , al punto di aver voluto leggere il libro prima di vedere il film. Poi era un'opportunità per vedere riprese fatte in Giappone e quindi emozionarmi vedendo posti conosciuti e altri nuovi,  con una fotografia di cui si parlava molto bene in rete. E in effetti ha incontrato anche i miei gusti e l'emozione non è mancata.
Anche la colonna sonora è interessante e calzante! 



Avevo letto solo Stupore e tremori (Stupeur et tremblements, 1999) della Nothomb qualche anno fa, e il suo stile già allora mi piacque molto. Il tema di questa relazione tra una belga desiderosa di essere considerata giapponese e innamorata del Giappone con un ragazzo giapponese a cui insegna il francese a Tokyo mi intrigava e non essendo un romanzo molto lungo l'ho divorato in un paio di giorni. Lei ha uno stile tagliente e acuto per descrivere il suo vissuto e la realtà, le sue riflessioni sono spesso divertenti, ma non leggere. 
Sebbene la scrittrice, ho letto sul web, sia stata molto soddisfatta del film io preferisco il romanzo.
Perché mi ha comunicato altro e ho preferito la scelta onesta e coraggiosa di un finale in cui lei non ci fa una figura bellissima, ma che è vero e coerente anche se meno d'impatto emotivo.
L'impatto emotivo io l'ho avuto nell' ultimissima scena in cui lei rivede Rinri, in quell'abbraccio, in quelle parole che dicono poco, ma spiegano tutto. E anche se non c'é un happy end come piace a me ho capito e accettato che 'doveva andare così'!


Il finale del film invece non mi è piaciuto. Mi ha divertito il resto, ed è stato un piacere per lo sguardo vedere quegli scorci giapponesi, ma l'aver trasposto il romanzo ai giorni nostri collocandolo nel 2011, anno del grande terremoto e maremoto del Sendai e del Tohoku, scegliendo quell' evento drammatico come motivo per la partenza di Amélie e la rottura con Rinri non mi è piaciuto. 
Io non ho vissuto abbastanza in Giappone per poter dire di aver compreso il modo di pensare e la cultura dei giapponesi in modo esaustivo, lungi da me farlo, ma la decisione finale di Rinri, le parole dei vicini di casa di Amélie non mi hanno convinto. Forse era un altro modo per far capire quanto il loro non fosse un vero amore, ma solo una passione e curiosità per i reciprochi paesi di appartenenza e per il loro linguaggio che li aveva portati ad avere un rapporto di amicizia amorosa. 
Però io preferisco la decisione spiazzante ed egoistica, ma schietta, della Amélie del libro coerente con quel suo pensiero sul movimento:
Lo spazio ci libera da tutto. Non c'è tormento che resista all'espansione di sé nell'universo. Il mondo sarebbe così grande per niente? La lingua dice una cosa giusta: darsela a gambe vuol dire salvarsi. Se stai morendo, scappa. Se stai soffrendo, datti una mossa. Non esiste altra legge che il MOVIMENTO.
Amélie Nothomb - Né di Eva né di Adamo

Del resto anche il regista ammette che adattare il romanzo non è stato facile perché si tradisce sempre un pò l'autore e bisognerebbe essere un "traditore fedele". Lui c'ha provato, e per certi versi c'è riuscito, ma io l'ho digerito non troppo bene. Ecco tutto.


Alcune delle differenze culturali e difficoltà di comunicazione rappresentate nel film possono essere attuali e veritiere per alcuni, ma la mia esperienza personale mi fa dire che ci sono molte eccezioni, quindi non vanno prese come assolute.

Per chi ama il Giappone penso sia un film da vedere per le riprese e divertente per il suo stile e perché ad Amélie ne capitano veramente di cose curiose e imbarazzanti. Inoltre è pur sempre un' esperienza di crescita personale per la protagonista quindi gli spunti di riflessioni non mancano.
Peccato non abbiano inserito anche la scenetta dei nonni di Rinri perché sarebbe stata spassosa ed era un'altro modo per comunicare quella xenofobia e quell'umorismo tagliente e imbarazzante che penso fosse molto più diffuso in Giappone negli anni '80. Non che ora non ci sia, ma sicuramente sono più aperti verso lo straniero di quanto non lo fossero decenni fa.
Anche se concordo soprattutto con una cosa che viene detta nel film: 
essere donna in Giappone non deve essere facile!
( qui un articolo di pochi giorni fa sulle difficoltà delle donne in ambito universitario e non solo ) 


scena di Amélie che esprime cantando il suo entusiasmo! :)

Video interviste al regista:

https://www.youtube.com/watch?v=gzPXUDKD6kk

https://www.youtube.com/watch?v=sFGQwVdu_CU




18/06/15

Yanaka Ginza , Nezu-jinja e un buonissimo kakigori



Non ricordo ancora come sono venuta a conoscenza del distretto di Yanaka ( 谷中 ) a Tokyo, ma sono proprio contenta di averlo fatto. Volevo assolutamente visitarlo , poi avevo voglia di vedere se c'erano ancora le azalee al tempio di Nezu e anche di gustarmi finalmente una "granita giapponese" ( il kakigori かき氷 ) come si deve in un posto rinomato dove la gente fa la fila per andarci ( vedi articolo su Time Out qui ). Fortunatamente ho trovato una bella giornata e sola soletta sono partita per questa piccola nuova avventura in quel di Tokyo.
Sono scesa alla stazione di Nippori perché mi era più comoda con il treno, tempo di orientarmi grazie al mio tablet e mi sono diretta per prima cosa proprio verso la "gelateria" Himitsudo. Si può dire che abbia fatto una merenda molto tarda perché apriva alle 11, io mi pare sono arrivata lì alle 11:20 ed ero dentro dopo una mezz'ora di fila. Avevo portato con me l'ombrello per ripararmi dal sole piuttosto cocente copiando una delle abitudini giapponesi e così ho resistito finchè non è stato il mio turno.
Durante la fila ricordo che una coppia di anziani mi ha avvicinato curiosa per chiedermi perché facessi la fila,  ero l'unica occidentale e spiccavo parecchio, e hanno reagito divertiti quando gli ho detto nel mio giapponese elementare che sapevo fosse un posto famoso e volevo mangiare quel kakigori perchè mi piace. Anche una volta dentro mi hanno sistemato al tavolo con una coppia di amiche sui 45 anni che hanno aspettato che io finissi di mangiare per farmi qualche domanda.

Il kakigori al latte ( si usa quello condensato ) e fragola ( ひみつのいちごみるく) pagato appena 600 yen era molto buono ed era accompagnato da del té tiepido che risulta piacevole bevendolo alla fine e ho scoperto che evita che ti venga il mal di testa per il troppo freddo del ghiaccio!;)
Lo fanno con la macchina a mano in modo visibile a tutti i clienti!

Ho scoperto che esiste anche una variante coreana, il  patbingsu ( già presente in corea nel 14° secolo ) con fagioli azuki e frutta fresca ad esempio, e quella più moderna pare sia stata influenzata proprio durante l'egemonia giapponese sulla Corea nella prima metà del '900.
la bacheca vicino all'ingresso dell'Himitsudo
Leggo ( qui ) che si fa risalire la sua nascita nel periodo Heian. A quel tempo, il ghiaccio era apparentemente tagliato con un coltello in una ciotola di metallo e mangiato con una linfa dolce da tipi di vitigni, ortensie, e edera, con un po 'di sciroppo dorato in cima. C'è un riferimento a questo dolce ne 'I racconti del cuscino' scritto da Sei Shonagon. A quel tempo era un lusso supremo disponibile solo per i nobili della corte; la gente comune non poteva permetterselo.
Fu nel periodo Meiji intorno al 19 ° secolo che il kakigori finalmente divenne accessibile al grande pubblico. Fino ad allora il ghiaccio era ancora costoso perché si importava il "Boston Ice" dagli Stati Uniti, che impiegava un anno e mezzo per essere trasportato. Poi l'imprenditore alimentare Kahe Nakagawa riuscì a fornire l' 'Hakodate Ice' da Hokkaido a Yokohama e fu aperro il primo negozio nella zona Bashamichi a Kanagawa nel 1872. Fu inventato un congelatore a metà del periodo Meiji e un macchina per tagliare il ghiaccio nel periodo Showa intorno al 1930, così alla fine il kakigori divenne cibo comune come è ora.

Ho anche scoperto che si può acquistare una piccola macchina per farlo a casa proprio giapponese ( qui, ad esempio ) anche se qualcosa anche qui in Italia si trova ( qui ). :-)

Yanaka Ginza inizia qui!
Una volta uscita dalla gelateria ho incontrato di nuovo la coppia di amiche che hanno insistito per regalarmi una mappa in giapponese come "souvenir" dal momento che gli avevo detto che stavo andando al Nezu jinja.
Prima però ho fatto una passeggiata per Yanaka Ginza. Un piccolo scorcio di vita Shitamachi che a me piace molto, mi piace vedere quelle zone residenziali di Tokyo dove l'atmosfera è calma e rilassante, con piccoli negozi e ristoranti di ogni tipo uno dietro l'altro, e dove il tempo sembra essersi fermato.
Qui per la precisione si parla di periodo Tokugawa, o Edo (1603-1868). Si respira la stessa aria anche in alcune strade di Asakusa o a Kawagoe, a mezz'ora da Tokyo.

09/04/15

Matsuo Taisha a Kyoto e la divinità dell'acqua


Uno dei ricordi più belli del mio ultimo viaggio in Giappone è stato visitare la zona di Arashiyama a Kyoto. Era la prima volta che ci andavo e me la sono girata sola soletta. Sono partita la mattina verso le 9 e le tappe sono state: Matsuo Taisha - Tenryu-ji, Kameyama koen e Daikaku-ji.
In questo post parlerò del Matsuo Taisha che sorge ai piedi di una collina, custodisce una divinità speciale ed è in una zona molto tranquilla della città.


18/01/15

Il destino delle Daruma

Io fin'ora ho comprato solamente due daruma e entrambe hanno un solo occhietto nero.
Oggi ho letto cosa accade loro dopo che il desierio/proposito si avvera:

Alla fine dell'anno, tutte le Daruma vengono riportate al tempio dove sono state acquistati per un rogo durante una cerimonia tradizionale. Questa cerimonia, chiamata Daruma Kuyo (だるま供養 daruma kuyo), si tiene una volta l'anno, di solito subito dopo Capodanno. Il più famoso di questi eventi si svolge presso il Nishi-Arai Daishi Temple (Tokyo), e il Tempio Dairyū-ji (Gifu). Dopo aver espresso loro gratitudine, ne comprano al tempio di nuove per il prossimo anno. Dopo l'ingresso solenne dei monaci, la lettura dei sutra e il suono di corna, le decine di migliaia di bambole daruma sono quindi date alle fiamme.

Il mese di Gennaio è l'ideale per porsi degli obiettivi. Farò il possibile per raggiungere quello di quest'anno. 
Trovo che le daruma siano troppo belline!
Questo è un daruma visto a Miyajima! Simpaticissimo!





Fonte info

04/01/15

Il kakizome ( 書き初め ) , parole di buon auspicio per il nuovo anno!

Il 2 Gennaio in Giappone è giornata di kakizome ( 書き初め ), "la prima scritta", o altresì detta "Kitsusho Hajime" ( prima scrittura per la fortuna ). si scrive su un foglio di carta una parola di buon auspicio oppure una frase che incarni i propri desideri o risoluzioni per l'anno nuovo!

Il rituale vorrebbe che si usasse la calligrafia e l'acqua  ("Wakamizu") dovrebbe essere quella preso da un pozzo a Capodanno. La stessa acqua è utilizzata anche per la preparazione di cibi e offerte. Si crede sia sacra. Si scrive il Kakizome rivolti verso l' "ehou" ( direzione fortunata dell'anno secondo lo zodiaco ). Kakizome comprende tradizionalmente parole come lunga vita, primavera o qualcosa di simile. Tutto è scritto come una poesia o proverbio. Oggi molte persone usano anche scrivere alcuni  kanji favorevoli. 
Ho letto anche che il 5 gennaio circa 4.000 persone che ha fatto Kakizome usano riunirsi all'arena Nippon Budokan. 
Il Kakizome può venire bruciato intorno al 14 gennaio durante una cerimonia chiamata Sagicho (さぎちょう, 左義長 or 三毬杖) oppure  Donto-yaki (どんと焼き). Questa cerimonia può avere questi due nomi diversi e ogni località sceglie cosa bruciare. A Tokyo sembra che sin dal periodo Edo sia vietato farla così come in molte città, meno restrizioni in località più rurali.
Si può bruciare durante questa cerimonia anche il Kadomatsu e lo Shimenawa ( le decorazioni di fine anno ). 
Ma ci sono anche delle variazioni : c'é chi tiene lo Shimenawa tutto l'anno e i templi locali li bruciano in un fuoco la notte di capodanno. Oppure alcuni santuari hanno una scatola dove riconsegnare sempre gli Shimenawa.
( fonte )

Io voglio farlo virtualmente qui! :) La parola che ho scelto é perseverare :  粘る(ねばる)nebaru!
Che porti bene e sia un buon monito! ^^

 
La perseveranza mi porterà forse un pò via dal blog, ma come posso cercherò di scrivere qui, per raccogliere informazioni e parlare dei miei viaggi in Giappone! :)