Un giorno vidi un' immagine con delle maschere di oni e dei fagioli, si riferiva a una celebrazione tradizionale che ricorre ogni anno in Giappone il 3 ( o 4 ) di Febbraio : il setsubun 節分 .
Il setsubun scandisce la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, secondo una tradizione cinese che segue il calendario lunare. Pare, da quanto leggo online, che sarebbe più preciso chiamarlo Risshun (立春) e che può essere considerato una sorta di ultimo dell'anno, e in quanto tale ne fanno parte dei riti per purificare il male dell'anno precedente e scacciare gli spiriti malvagi dall'anno che deve venire. I fagioli dell'immagine che vidi erano utilizzati per il rito chiamato Mamemaki (豆撒き = lancio dei fagioli) che pare essere tutto giapponese. Nasce dal fatto che la pronuncia del nome fagliolo (mame, 豆) è simile alla parola che sta per occhi del demonio (魔目); quindi lanciare fagioli ha un suono simile al distruggere demoni (mametsu, 魔滅). ( fonte )
Mi ha affascinato tutto questo, e l'ho trovato anche divertente come dinamica, così mi sono ripromessa di partecipare ad una celebrazione in un tempio buddhista o in un santuario shintoista, se fossi capitata durante quei giorni in Giappone.
A Tokyo è molto famosa quella che si tiene ad Asakusa al Sensoji. Così famosa che si trova anche in dipinti della vecchia Edo. E a differenza di altri luoghi, la gente non dice: "Fuori i demoni!" ma piuttosto "Entra lunga vita e buona fortuna!" perché non ci sono demoni davanti a Kannon ( la divinità buddista della misericordia ). Inoltre la danza Fukuju-no-mai ( la danza delle sette divinità della fortuna ) è uno dei tre rituali più famosi del Sensoji. Dopo che è stata eseguito, famosi artisti e personaggi culturali collegati ad Asakusa lanciano fagioli e animano la celebrazione dando vita all' "Asakusa Performer and Cultural Figure Setsubun Event"( fonte ).
Però io volevo qualcosa di meno caotico, di più raccolto e così cercando informazioni ho trovato quello che faceva per me: il santuario shintoista Gojoten Jinja al parco di Ueno.
Questo santuario ha più di 1900 anni di storia e si affaccia sul laghetto Shinobazu. E' anche chiamato Gojyo-Tenjin e ospita due divinità della medicina: Oonamujino-Mikoto e Sukunahikonano-Mikoto. Conosciuti come fondatori della nazione nel mondo mitologico giapponese.
Lì ha luogo anche un rituale chiamato Ukera-no-shinji (う け ら の 神 事), o anche Tsuina, che è composto da una piccola rappresentazione unita al lancio di fagioli. La cerimonia comincia intorno alle 15.
Noi arrivammo all'ultimo momento perchè non riuscivamo a trovarlo e sbagliammo tempio.
Era piuttosto gremito e data la sua dimensione ogni spazio era occupato, noi potemmo assistere alla rappresentazione solo dalla scalinata laterale che una volta attraversati dei torii portava allo spiazzo davanti alla costruzione principale del tempio. Poi scendemmo giù per il mamemaki.
Cosa viene rappresentato? Io ne ero a conoscenza nel dettaglio, ma poi mi sono documentata e questa è la scena a cui si assiste:
Hososhi ( o Hozoushi ? ), una divinità guardiana che ha quattro occhi dorati e custodisce il santuario, fa finta di scoccare frecce in quattro direzioni per calmare la terra e purificarla ( Fingere è probabilmente solo per sicurezza: le vere frecce sono state scoccate ai vecchi tempi, si immagina ) e procede con dei passi scanditi dal suono di un tamburo. L'arco è fatto di legno di pesco che secondo la leggenda esorcizza gli spiriti maligni. Quindi, il monaco capo ( sempre per finta ) lancia frecce con l'arco donato dalla divinità per scacciare gli spiriti maligni e le malattie dicendo "attenti a questo arco e a queste frecce!". Questa parte del rituale si chiama hikime-shiki o Hikime-Kabura. Hikime sta per freccia sibilante che fa riverberare il suono quando viene colpito ( perchè la testa della freccia ha forma di rapa con una cavità e con diversi occhielli che consente il suono sibilante ). E "Kabura" significa per l'appunto rapa. Poi getta sul pavimento un fascio di frecce mentre dice "mucchio di diavoli nascosti qui! Andate via da qui!" Poi due oni compaiono all'ingresso del santuario e si dirigono verso il palco. Hososhi lotta con i due oni sul palco per impedire che procedano oltre. Un altro monaco (non professionale - il rappresentante delle persone che vivono nella zona e che proteggono le divinità del santuario) appare e ha una conversazione con due oni. Intona un canto con un messaggio divino e inizia il dialogo con loro. Il sacerdote chiede ai demoni "Perché uscite per invadere il luogo sacro e disturbare la santa cerimonia Ukera-No-Shinji? Sembrate ultraterreni, feroci e strani. Dichiarate chi siete!". E loro si presentano e dichiarano i loro intenti di morte e distruzione. Il monaco li ammonisce raccontando la storia della divinità Izanagi che cercò di riportare in vita la moglie Izanami dal regno dei morti, ma fallì e di ritorno venne attaccato da 8 demoni. Sulla collina Yomotsu-Hirasaka trovò un albero di pesco e si difese con i frutti dell' albero e finì per dimorare nell'albero. Alla figlia Amaterasu Oominokami disse di difendere le persone dai demoni utilizzando l'albero di pesco. Inoltre li intima aggiungendo che lì viene adorato Oonamuji-No-Mikoto che sconfisse a suon di spada arco e frecce tanti demoni. Sentendo la grandezza degli dei e attaccati dal lancio dei fagioli ( sul palco li lanciano tutte persone nate nell'anno del segno zodiacale cinese dell'anno in corso ) i due oni vengono sconfitti. Per tutto il tempo in cui la recita si protrae, l' okera viene bruciata nell'edificio principale per sopprimere gli spiriti maligni.
E' un' occasione per assistere ad un rituale che ben rappresenta la pratica giapponese Nō tipica dei santuari in maniera drammatica come il teatro tradizionale Kabuki, in modo che le persone anche straniere possano comprendere visivamente lo scenario della storia. La parte cantata chiamata Saimon si riferisce alle divinità legate alla creazione del Giappone e a demoni immaginari.
Però io volevo qualcosa di meno caotico, di più raccolto e così cercando informazioni ho trovato quello che faceva per me: il santuario shintoista Gojoten Jinja al parco di Ueno.
Questo santuario ha più di 1900 anni di storia e si affaccia sul laghetto Shinobazu. E' anche chiamato Gojyo-Tenjin e ospita due divinità della medicina: Oonamujino-Mikoto e Sukunahikonano-Mikoto. Conosciuti come fondatori della nazione nel mondo mitologico giapponese.
Lì ha luogo anche un rituale chiamato Ukera-no-shinji (う け ら の 神 事), o anche Tsuina, che è composto da una piccola rappresentazione unita al lancio di fagioli. La cerimonia comincia intorno alle 15.
Noi arrivammo all'ultimo momento perchè non riuscivamo a trovarlo e sbagliammo tempio.
Era piuttosto gremito e data la sua dimensione ogni spazio era occupato, noi potemmo assistere alla rappresentazione solo dalla scalinata laterale che una volta attraversati dei torii portava allo spiazzo davanti alla costruzione principale del tempio. Poi scendemmo giù per il mamemaki.
fonte immagine |
Cosa viene rappresentato? Io ne ero a conoscenza nel dettaglio, ma poi mi sono documentata e questa è la scena a cui si assiste:
Hososhi ( o Hozoushi ? ), una divinità guardiana che ha quattro occhi dorati e custodisce il santuario, fa finta di scoccare frecce in quattro direzioni per calmare la terra e purificarla ( Fingere è probabilmente solo per sicurezza: le vere frecce sono state scoccate ai vecchi tempi, si immagina ) e procede con dei passi scanditi dal suono di un tamburo. L'arco è fatto di legno di pesco che secondo la leggenda esorcizza gli spiriti maligni. Quindi, il monaco capo ( sempre per finta ) lancia frecce con l'arco donato dalla divinità per scacciare gli spiriti maligni e le malattie dicendo "attenti a questo arco e a queste frecce!". Questa parte del rituale si chiama hikime-shiki o Hikime-Kabura. Hikime sta per freccia sibilante che fa riverberare il suono quando viene colpito ( perchè la testa della freccia ha forma di rapa con una cavità e con diversi occhielli che consente il suono sibilante ). E "Kabura" significa per l'appunto rapa. Poi getta sul pavimento un fascio di frecce mentre dice "mucchio di diavoli nascosti qui! Andate via da qui!" Poi due oni compaiono all'ingresso del santuario e si dirigono verso il palco. Hososhi lotta con i due oni sul palco per impedire che procedano oltre. Un altro monaco (non professionale - il rappresentante delle persone che vivono nella zona e che proteggono le divinità del santuario) appare e ha una conversazione con due oni. Intona un canto con un messaggio divino e inizia il dialogo con loro. Il sacerdote chiede ai demoni "Perché uscite per invadere il luogo sacro e disturbare la santa cerimonia Ukera-No-Shinji? Sembrate ultraterreni, feroci e strani. Dichiarate chi siete!". E loro si presentano e dichiarano i loro intenti di morte e distruzione. Il monaco li ammonisce raccontando la storia della divinità Izanagi che cercò di riportare in vita la moglie Izanami dal regno dei morti, ma fallì e di ritorno venne attaccato da 8 demoni. Sulla collina Yomotsu-Hirasaka trovò un albero di pesco e si difese con i frutti dell' albero e finì per dimorare nell'albero. Alla figlia Amaterasu Oominokami disse di difendere le persone dai demoni utilizzando l'albero di pesco. Inoltre li intima aggiungendo che lì viene adorato Oonamuji-No-Mikoto che sconfisse a suon di spada arco e frecce tanti demoni. Sentendo la grandezza degli dei e attaccati dal lancio dei fagioli ( sul palco li lanciano tutte persone nate nell'anno del segno zodiacale cinese dell'anno in corso ) i due oni vengono sconfitti. Per tutto il tempo in cui la recita si protrae, l' okera viene bruciata nell'edificio principale per sopprimere gli spiriti maligni.
E' un' occasione per assistere ad un rituale che ben rappresenta la pratica giapponese Nō tipica dei santuari in maniera drammatica come il teatro tradizionale Kabuki, in modo che le persone anche straniere possano comprendere visivamente lo scenario della storia. La parte cantata chiamata Saimon si riferisce alle divinità legate alla creazione del Giappone e a demoni immaginari.
Il mamemaki con tutta la gente, compresi bambini, sotto al palco davanti alla sala delle preghiere con le mani alzate cercando di accaparrare più fagioli possibili è stato emozionante e divertente. Eravamo nel bel mezzo di un evento che oltre noi turisti riuniva una comunità e quindi si respirava una bella atmosfera. Abbiamo preso un pacchettino di fagioli e anche dei piccoli giochini tipo sorprese dell' uovo di Pasqua che abbiamo regalato ad un paio di bambini. Un altro pacchettino lo avevo comprato al konbini perchè era in una confezione con una carinissima mascherina rossa di oni.
In famiglia il Mamemaki si può fare facendo indossare, generalmente al padre della famiglia se non c'è un toshiotoko ( una persona il cui segno zodiacale corrisponde a quello dell'anno in corso ) , una maschera da oni e tirandogli addosso i fagioli esclamando "Oni wa soto! Fuku wa uchi!" ("鬼は外! 福は内!" = "Fuori i demoni! Dentro la buona sorte!" ). I bambini poi raccolgono i fagioli e ne mangiano uno per ogni anno della loro età.
Altro rito ( nato ad Osaka e poi sdoganato nel resto del Giappone ) è quello di mangiare il Makizushi del setsubun e lo si fa in silenzio da soli mangiandolo tutto intero e in direzione fortunata ( eho ) che per quest'anno ad esempio è sud/sud-est ( fonte ). Si trovano in ogni sipermercato e Konbini.
konbini pronto a vendere Makizushi già dalla notte prima |
Ma uno dei ricordi più emozionanti di quella giornata resterà l'aver visto, subito dopo il lancio dei fagioli, sugli alberi di ciliegio già incredibilmente in fiore del santuari dei mejiro ( メジロ, 目白 ) perchè è un uccellino che viene spesso rappresentato in dipinti giapponesi a tema primaverile. Gli stessi giapponesi erano molto sorpresi di vederli perchè sono tipici abitanti di ciliegi e pruni in primavera e quella era decisamente una scena primaverile nonostante fosse solo l'inizio di Febbraio.
Vale la pena di poter assistere a questa cerimonia perchè davvero si entra in un mondo mitologico e si può fare esperienza di quella tradizione giapponese che fa parte del fascino di questo paese.
Fonti consultate per la descrizione dell' Ukera no Shinji: Fonte1
Fonte2
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