20/07/16

Estate giapponese 2016: visione di Mohican Comes Home


Quest'anno sono riuscita ad andare, anche se di volata, sull'isola Tiberina per l'evento 'Estate giapponese 2016' all'interno del programma dell'Isola del cinema. Mi ha fatto piacere vedere che c'era una buona affluenza ( vedi report sito ambasciata ) e ho potuto anche assaggiare un bicchierino di sake e mangiare un mini donburi al salmone ( 丼 ) offerto da Sushisen, quest'ultimo non è stato esaltante per i miei gusti, ma ha contribuito ad entrare in pieno nell'atmosfera giapponese. :)
Mi è stata donata anche una eco bag con dentro un uchiwa dell' ANA ( molto utile per il caldo umido romano ) e dei fogli informativi.

Il programma dei due giorni è stato il seguente: 
6 LUGLIO
ore 19.30: apertura con cocktail e degustazione di sake. 
Dimostrazione: amezaiku, mini sculture di caramelle, presso lo spazio antistante l’arena 
ore 21.00: danze tradizionali giapponesi kamigata-mai, interpretate da Wakame e Mizuki Yamamura. (Arena) ore 21.30: proiezione film Persona non grata (Sugihara Chiune) 
Diretto da Cellin Gluck, il film è basato sulla storia vera di un diplomatico giapponese – interpretato da Toshiaki Karasawa – in servizio come vice-console per l’impero del Giappone in Lituania negli anni ’39-’40. Il diplomatico, contravvenendo agli ordini e mettendo a rischio la propria vita e quella della sua famiglia, salvò 6.000 ebrei durante la seconda guerra mondiale, comportamento eroico che gli valse il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni assegnatogli da Israele nel 1985, unico giapponese a ricevere tale onorificenza. 

7 LUGLIO 
ore 19.30: apertura con cocktail e degustazione di sake. 
Dimostrazione: amezaiku, mini sculture di caramelle, presso lo spazio antistante l’arena 
ore 21.00: danze tradizionali giapponesi kamigata-mai, interpretate da Wakame e Mizuki Yamamura.
(Arena) ore 21.30 proiezione film Mohican Comes Home (Mohican Kokyo ni Kaeru) 
Eikichi, giovane irrequieto lascia la calma della sua cittadina natale per trasferirsi a Tokyo in cerca di successo come cantante rock, ma senza fortuna. Dopo sette anni torna a casa, portando con sé la fidanzata incinta e provocando le ire del padre Osamu. In un’atmosfera che rimane punk rock fino alla fine, battibecchi e situazioni comiche lasciano il posto a momenti più intimi e profondi man mano che si rivelano i problemi di salute dell’anziano padre. Diretto da Shuichi Okita, Mohican Comes Home è stato presentato lo scorso aprile alla 18° edizione del Far East Film Festival di Udine conquistando il terzo posto dell’Audience Award 2016.

*****

Io ho potuto partecipare il secondo giorno, arrivata in tempo per conoscere Daniela di Tradurre il Giappone ( carinissima :-)) ed assistere alle danze giapponesi prima di vedere Mohican Comes Home (Mohican Kokyo ni Kaeru モヒカン故郷に帰る ) .
Questo film mi è piaciuto, ma uno dei temi che affronta non era decisamente quello più adatto alla sottoscritta in questo periodo quindi è stato un pochino troppo toccante per me. Nella sinossi non si parla in dettaglio dei problemi di salute del padre del protagonista e non avendo visto il trailer non immaginavo la piega che avrebbe preso il film. Giova il fatto però che il dramma all'interno della storia venga affrontato con dei toni agrodolci e non manchino le situazioni comiche o comunque quelle che riescano nonostante tutto a strapparti un sorriso. Per questo mi è piaciuto e ne consiglierei la visione. I premi che ha ricevuto sono meritatissimi.
Come scritto anche sul sito del Fareastfilmfestival:
Questo diventa un raro film giapponese in cui un tumore inoperabile ai polmoni viene trasformato in qualcosa di buffo e tragico allo stesso tempo e che presenta la persona affetta dal cancro come qualcuno comicamente sciocco e lacrimevolmente triste. Inoltre, pur essendo un vecchio da film giapponese abbastanza tipico, dal cuore tenero sotto la dura scorza, Papà è anche lui un rockettaro.
L'equilibrio tra commedia e tragedia ti permette di sopportare la tristezza della situazione che Eikichi e la sua famiglia si trovano a dover affrontare di punto in bianco. Io ho apprezzato non solo questo ma anche lo spaccato che offre sulla vita più rurale rispetto a quella che in molti conoscono di metropoli giapponesi come Tokyo. Mi ha ricordato quello che vidi a Shikanoshima ( Fukuoka ) qualche anno fa, anche se è ambientato nella baia di Hiroshima in un'isola dal nome inventato chiamata Tobi. Mi è molto piaciuto vedere i piccoli negozi locali, l'attracco del traghetto, la vecchina che si muove grazie alla sua motoretta ( cosa che si vede spesso in Giappone ) su per le colline, la scuola con i ragazzini del club di musica a cui insegna l'anziano Osamu imperterrito sempre lo stesso motivo di Yazawa Eikichi ( rock star degli anni '70 originario di Hiroshima ) e il tifo sfegatato della gente per la squadra di baseball Hiroshima Carps perchè i giapponesi seguono moltissimo il baseball.







Il personaggio di Eikichi, il figliol prodigo rocker,  è particolare come carattere, mentre il babbo e la mamma sono più espressivi e spesso anche eccessivi nelle loro esternazioni, lui risulta sempre molto sotto tono, parla pochissimo, un pò, per volontà del regista, perchè fa cool, un pò per contrastare ed equilibrare anche in questo caso i toni. E anche per questo sorprende alla fine. Sembra davvero avere qualche rotella che gli manca all'inizio, non gli si può dar fiducia, così sorprende come nasca in lui un senso di responsabilità e la voglia di avere premure verso il padre nonostante questi disapprovi quello che è diventato e non lo accolga bene dopo quegli anni di assenza in cerca di fortuna a Tokyo. Anche perchè come futuro papà ( anche se "fuori programa" ) inizialmente si preoccupa solo di trovare dei soldi chiedendoli ai genitori vivendo sulle spalle della fidanzata che lavora come nail artist.
La scena in cui prende il posto del padre con i suoi ragazzi del club di musica è divertente e commovente allo stesso tempo. Anche vederlo mentre gestisce il loro piccolo esercizio commerciale. 


Se penso che Matsuda Yūsaku , il padre di Matsuda Ryuhei che interpreta Eikichi è scomparso dello stesso male a soli 40 anni quando il figlio era molto piccolo apprezzo ancora di più il lavoro che ha svolto per questo personaggio. 

La nascita e la morte che si contrappongono, un rapporto tra padre e figlio che trova risposte e comprensione, il messaggio di cercare di trovare un motivo per sorridere anche nelle avversità.
Questi gli elementi che più mi sono piaciuti e che non dimenticherò di questo film.

foto credits © Mohican comes home film partners

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