30/07/16

Al castello di Inuyama



Durante il mio soggiorno a Nagoya ho approfittato del japan rail pass e della sua posizione strategica per andare ad Inuyama.
Il castello di Inuyama (犬山城, Inuyamajō) dista da Nagoya circa mezz' ora utilizzando i treni della linea Meitetsu quindi se si soggiorna lì è un gita di una mezza giornata , o anche di qualche ora, fattibile.
Io ci tenevo a visitarlo perché è uno dei 12 castelli originali rimasti in Giappone , intesi come quelli che sono sopravvissuti intatti ai disastri naturali e alle guerre dalla fine del periodo feudale nel 1867 , ed è anche uno dei 5 castelli designati tesori nazionali ( gli altri sono il castello di Himeji , quello di Matsumoto , Hikone e Matsue ) .

lungo il Kisogawa verso il castello
Si erge su una piccola collina lungo le rive del fiume Kiso, è un piccolo gioiellino davvero, con quelle mura in legno e roccia e gli interni così ben preservati, comprese le scale, ripide ma affascinanti.
All'interno, come in altri castelli, vengono mostrati reperti originali , modelli in scala della costruzione in legno e immagini, oltre ovviamente alle sue sale.


Si arriva in cima e ci si affaccia attraverso una balconata molto bassa che può dare le vertigini ( com'é successo a me ) ma che regala anche un'emozione indimenticabile.
E' la sala dell' ultimo piano, il 4°, si chiama Kōran ( alte guide ) e veniva usata come belvedere o torre di comando nell' epoca delle guerre. La scogliera a picco era un' ottima difesa naturale.

usciti dalla stazione
L'ho visitato nel pomeriggio, poco prima che chiudesse, in un giorno lavorativo e quindi in giro c'erano pochissime persone. Sicuramente di giorno e in altri momenti è tutto molto più vivace, ma io ho apprezzato l'atmosfera silenziosa e calma che ho trovato mentre passeggiavo lungo il Kiso e sulla strada verso il castello. Piacevoli anche i profumi delle piante in fiore, molto intensi.
Ho perfino incontrato un signore che portava a spasso il suo shiba-inu e ho scambiato quattro chiacchiere con lui un pò in giapponese un pò in inglese, era incuriosito dal fatto che fossi straniera e sola lì a camminare lungo il fiume. Il padrone è stato più socievole del cane aimè, e dopo poco ci siamo salutati.
E una volta finito il giro al castello mi sono goduta un momento di relax visitando i templi sottostanti: il Sanko Inari dove gli innamorati pregano il kami che risiede lì e scrivono preghiere o messaggi sugli ema ( 絵馬 ) a forma di cuore ,  e ancora l ' Haritsuna e il Sarutahiko.
Sarei rimasta lì anche di più, c'era qualche moschino fastidioso, ma per il resto la sensazione di pace che si provava invitava a protrarre il riposo su quella panchina vicino agli aceri rossi giapponesi e all' orologio in legno. Però il treno mi aspettava e temevo di perderlo.

Ema al Sanko Inari

Finita la visita all'Inuyama ci si può rilassare circondati da questa atmosfera!

Rientrando a Nagoya per cena ho voluto provare una delle sue specialità, il miso katsu, in un locale piuttosto rinomato e con un logo molto simpatico ovviamente a forma di maiale. Davvero buono!
Servizio velocissimo, mi sono seduta al bancone e comodamente ho mangiato il mio porchetto al miso!

QUI info sul miso katsu in generale in inglese.
QUI il sito versione inglese di Misokatsu Yabaton みそかつ 矢場とん dove sono stata io , precisamente ho provato il locale al Mitsukoshi LACHIC.


Fonti:
http://www.japan-guide.com/e/e3350.html


20/07/16

Estate giapponese 2016: visione di Mohican Comes Home


Quest'anno sono riuscita ad andare, anche se di volata, sull'isola Tiberina per l'evento 'Estate giapponese 2016' all'interno del programma dell'Isola del cinema. Mi ha fatto piacere vedere che c'era una buona affluenza ( vedi report sito ambasciata ) e ho potuto anche assaggiare un bicchierino di sake e mangiare un mini donburi al salmone ( 丼 ) offerto da Sushisen, quest'ultimo non è stato esaltante per i miei gusti, ma ha contribuito ad entrare in pieno nell'atmosfera giapponese. :)
Mi è stata donata anche una eco bag con dentro un uchiwa dell' ANA ( molto utile per il caldo umido romano ) e dei fogli informativi.

Il programma dei due giorni è stato il seguente: 
6 LUGLIO
ore 19.30: apertura con cocktail e degustazione di sake. 
Dimostrazione: amezaiku, mini sculture di caramelle, presso lo spazio antistante l’arena 
ore 21.00: danze tradizionali giapponesi kamigata-mai, interpretate da Wakame e Mizuki Yamamura. (Arena) ore 21.30: proiezione film Persona non grata (Sugihara Chiune) 
Diretto da Cellin Gluck, il film è basato sulla storia vera di un diplomatico giapponese – interpretato da Toshiaki Karasawa – in servizio come vice-console per l’impero del Giappone in Lituania negli anni ’39-’40. Il diplomatico, contravvenendo agli ordini e mettendo a rischio la propria vita e quella della sua famiglia, salvò 6.000 ebrei durante la seconda guerra mondiale, comportamento eroico che gli valse il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni assegnatogli da Israele nel 1985, unico giapponese a ricevere tale onorificenza. 

7 LUGLIO 
ore 19.30: apertura con cocktail e degustazione di sake. 
Dimostrazione: amezaiku, mini sculture di caramelle, presso lo spazio antistante l’arena 
ore 21.00: danze tradizionali giapponesi kamigata-mai, interpretate da Wakame e Mizuki Yamamura.
(Arena) ore 21.30 proiezione film Mohican Comes Home (Mohican Kokyo ni Kaeru) 
Eikichi, giovane irrequieto lascia la calma della sua cittadina natale per trasferirsi a Tokyo in cerca di successo come cantante rock, ma senza fortuna. Dopo sette anni torna a casa, portando con sé la fidanzata incinta e provocando le ire del padre Osamu. In un’atmosfera che rimane punk rock fino alla fine, battibecchi e situazioni comiche lasciano il posto a momenti più intimi e profondi man mano che si rivelano i problemi di salute dell’anziano padre. Diretto da Shuichi Okita, Mohican Comes Home è stato presentato lo scorso aprile alla 18° edizione del Far East Film Festival di Udine conquistando il terzo posto dell’Audience Award 2016.

*****

Io ho potuto partecipare il secondo giorno, arrivata in tempo per conoscere Daniela di Tradurre il Giappone ( carinissima :-)) ed assistere alle danze giapponesi prima di vedere Mohican Comes Home (Mohican Kokyo ni Kaeru モヒカン故郷に帰る ) .
Questo film mi è piaciuto, ma uno dei temi che affronta non era decisamente quello più adatto alla sottoscritta in questo periodo quindi è stato un pochino troppo toccante per me. Nella sinossi non si parla in dettaglio dei problemi di salute del padre del protagonista e non avendo visto il trailer non immaginavo la piega che avrebbe preso il film. Giova il fatto però che il dramma all'interno della storia venga affrontato con dei toni agrodolci e non manchino le situazioni comiche o comunque quelle che riescano nonostante tutto a strapparti un sorriso. Per questo mi è piaciuto e ne consiglierei la visione. I premi che ha ricevuto sono meritatissimi.
Come scritto anche sul sito del Fareastfilmfestival:
Questo diventa un raro film giapponese in cui un tumore inoperabile ai polmoni viene trasformato in qualcosa di buffo e tragico allo stesso tempo e che presenta la persona affetta dal cancro come qualcuno comicamente sciocco e lacrimevolmente triste. Inoltre, pur essendo un vecchio da film giapponese abbastanza tipico, dal cuore tenero sotto la dura scorza, Papà è anche lui un rockettaro.
L'equilibrio tra commedia e tragedia ti permette di sopportare la tristezza della situazione che Eikichi e la sua famiglia si trovano a dover affrontare di punto in bianco. Io ho apprezzato non solo questo ma anche lo spaccato che offre sulla vita più rurale rispetto a quella che in molti conoscono di metropoli giapponesi come Tokyo. Mi ha ricordato quello che vidi a Shikanoshima ( Fukuoka ) qualche anno fa, anche se è ambientato nella baia di Hiroshima in un'isola dal nome inventato chiamata Tobi. Mi è molto piaciuto vedere i piccoli negozi locali, l'attracco del traghetto, la vecchina che si muove grazie alla sua motoretta ( cosa che si vede spesso in Giappone ) su per le colline, la scuola con i ragazzini del club di musica a cui insegna l'anziano Osamu imperterrito sempre lo stesso motivo di Yazawa Eikichi ( rock star degli anni '70 originario di Hiroshima ) e il tifo sfegatato della gente per la squadra di baseball Hiroshima Carps perchè i giapponesi seguono moltissimo il baseball.







Il personaggio di Eikichi, il figliol prodigo rocker,  è particolare come carattere, mentre il babbo e la mamma sono più espressivi e spesso anche eccessivi nelle loro esternazioni, lui risulta sempre molto sotto tono, parla pochissimo, un pò, per volontà del regista, perchè fa cool, un pò per contrastare ed equilibrare anche in questo caso i toni. E anche per questo sorprende alla fine. Sembra davvero avere qualche rotella che gli manca all'inizio, non gli si può dar fiducia, così sorprende come nasca in lui un senso di responsabilità e la voglia di avere premure verso il padre nonostante questi disapprovi quello che è diventato e non lo accolga bene dopo quegli anni di assenza in cerca di fortuna a Tokyo. Anche perchè come futuro papà ( anche se "fuori programa" ) inizialmente si preoccupa solo di trovare dei soldi chiedendoli ai genitori vivendo sulle spalle della fidanzata che lavora come nail artist.
La scena in cui prende il posto del padre con i suoi ragazzi del club di musica è divertente e commovente allo stesso tempo. Anche vederlo mentre gestisce il loro piccolo esercizio commerciale. 


Se penso che Matsuda Yūsaku , il padre di Matsuda Ryuhei che interpreta Eikichi è scomparso dello stesso male a soli 40 anni quando il figlio era molto piccolo apprezzo ancora di più il lavoro che ha svolto per questo personaggio. 

La nascita e la morte che si contrappongono, un rapporto tra padre e figlio che trova risposte e comprensione, il messaggio di cercare di trovare un motivo per sorridere anche nelle avversità.
Questi gli elementi che più mi sono piaciuti e che non dimenticherò di questo film.

foto credits © Mohican comes home film partners