27/01/16

Conferenza: La cucina del monaco buddista


Lunedì 25 Gennaio sono riuscita a partecipare alla conferenza che si è tenuta presso l'Istituto i cultura giapponese a Roma. La sala era gremita di persone, i 100 posti a disposizione erano tutti occupati e il restante di noi stava in piedi. In molti secondo me si aspettavano ricette di cucina giapponese, ma quelle sono presenti nel libro che il monaco Kakuhō Aoe ha scritto e pubblicato in italia nel 2014:

LA CUCINA DEL MONACO BUDDHISTA ( link al sito della casa editrice ).
In questa occasione ha avuto il ruolo di ambasciatore della otera gohan, il cibo del tempio, e nell'accezione più conosciuta la shojin ryori ( 精進料理 ) cucina tipicamente buddhista. Soprattutto ha voluto spiegare la filosofia che c'é dietro, insieme alle regole di estetica e non solo presenti in generale nella cucina tradizionale giapponese ( washoku ) . Perché sembra proprio che assaggiare la cucina locale sia il primo motivo di interesse del turista che visita il Giappone, secondo un sondaggio che ci ha illustrato.
In ogni modo quello che mi ha colpito più di tutti non è stato tanto il discorso sull' estetica, i 6 gusti tra i quali il tanmi ( l'equilibrato ) , il gusto del bello e la stagionalità applicata alle ricette giapponesi ed espressa con le disposizioni nei vari piatti, quanto la cura che il Tenzo (典座), il cuoco del tempio, pone nella preparazione. E anche il fatto che i piatti giapponesi non debbano mai essere ne frugali, ma nemmeno sfarzosi, che si ricerchi l'equilibrio e si apprezzi quando si mangia il lavoro non solo di chi l'ha preparato, ma anche quello di chi ha fatto crescere i vegetali ad esempio, di chi l'ha trasportato e via dicendo.

06/01/16

Sencha a colazione e ritorno a scrivere sul blog

Rieccomi a scrivere dopo più di sei mesi su questo blog. Ne sono successe di cose, alcune positive, ma per il resto ho avuto non poche difficoltà. Preoccupazioni in famiglia che non mi hanno messo nella condizione d'animo di scrivere qui regolarmente. Anche adesso le cose non vanno benissimo, ma voglio riuscire, di tanto in tanto, a parlare del mio amato Giappone. Per un pò non penso di poterci tornare, ma ho deciso di provare a lasciare che i ricordi invece di farmi male e farmi venire malinconia, mi facciano compagnia. Conosco persone che desiderano andarci, ma non possono ancora, e allora mi dico che sono fortunata ad aver fatto delle esperienze di vita, seppure brevi, in un paese che ho così tanto nel cuore.Voglio cercare di ricordarmelo più spesso.
Si sono accumulate letture, cose che vorrei fare manualmente, fotografie da sistemare, lo studio del giapponese. 
Alcune cose so che potrò riprenderle,  per altre , come scrivere qui, avrò bisogno di aiuto, ma voglio farcela.  
頑張ろうよ


Oggi, in questo giorno di festa ho cominciato la giornata sorseggiando un tè verde che una ragazza, amica di una mia amica giapponese,  mi regalò qualche mese fa. E' un tè estivo, ma io lo preservavo per un' occasione speciale e volevo proprio iniziare l'anno con qualcosa di nuovo e di giapponese. Così l'ho aperto oggi. 

Leggo su thes du japon che in Giappone si procede a tre o quattro raccolti, ma solo il primo, che si effettua da fine marzo a metà maggio, secondo la regione, dà un tè di grande qualità. Penso che quello che mi è stato regalato lo sia perché è stato raccolto proprio a Maggio. Inoltre pare si faccia distinzione di sencha anche a seconda dell'essiccazione ( "stufatura" ) finale: futsu-mushi sencha e fuka- mushi sencha. Il primo designa un sencha prodotto secondo il processo tradizionale, “stufato”per 30 secondi. In questo caso, generalmente, si ottiene un tè dal liquido giallo-verde translucido, profumato, dal gusto sottile. Penso che il mio sia stato essiccato così!
Aspetto che la mia amica mi traduca quello che c'è scritto sulla confezione e poi forse ne saprò di più.
Comunque era buonissimo anche se non l'ho potuto preparare adeguatamente come descritto qui ! :)

Pensavo di doverlo conservare in frigorifero, ma un 'altra mia amica giapponese che mi ha fornito una prima sommaria traduzione dice che questo tè deve essere conservato fuori dal frigo perchè il sapore si potrebbe alterare nel passaggio dal freddo del frigo al calore dell'acqua ( accorgimento potrebbe essere quello di versarci sopra alcune gocce per farlo "rinvenire" e "acclimatare"  ma io evito ) e quindi basta che lo corservi chiuso ermeticamente in un luogo fresco e asciutto,  all' oscuro. E dovrei consumarlo entro le prossime 4 settimane massimo. Penso che così sarà perché intendo consumarlo spesso nei prossimi giorni date le sue proprietà naturali che in questo periodo mi faranno sicuramente bene.

La confezione che lo conteneva era talmente bella che sono riuscita a togliere la carta e l'ho usata per fare un segnalibro che userò proprio per tornare a leggere libri a tema Giappone!