15/12/14

Itadakimasu - umilmente ricevo in dono di Fabio Geda


Sabato scorso mi sono imbattuta per caso in questo piccolo libro che però sono sicura mi rimarrà nel cuore. Non dovevo acquistare nulla, stavo solo guardando distrattamente gli scaffali delle guide di viaggio. Ma una volta che arrivo alla G di Giappone il mio sguardo si sofferma un pò di più e salta subito agli occhi la copertina rosa con gli usagi.

Decido di sfogliarlo e sinceramente la cosa che mi attrae di più è il titolo e la collana di cui fa parte ( Allacarta - grandi scrittori contemporanei che raccontano le grandi città del mondo attraverso il cibo ) , perché parla del rapporto che il popolo giapponese ha con il cibo, una cosa che mi incuriosisce molto. Nonostante si riveli un libro che non parla solo di cibo decido di comprarlo lo stesso. Costa anche pochino,  7,90 €, si può fare.

Sinossi 
È un ristorante di soba, dice Mikage mentre ci accomodiamo. Dico: Avranno il menù in inglese? Sorride in quel suo modo delicato. Qui non serve il menù. Perché? Perché fanno solo due piatti, i zaru soba e i kake soba. Nient'altro? Nient'altro. Specializzarsi in un piatto è una cosa piuttosto comune, in Giappone. Imparare a fare bene una cosa, da noi, ecco, credo abbia a che fare, è una mia idea s'intende, con lo Shintoismo. In che senso? Mikage si concentra. Vedi, lo Shinto è la spiritualità nativa del Giappone. È talmente antico che prima dell'arrivo del Buddismo non aveva neppure un nome: non ce n'era bisogno. È presente nella nostra cultura in un modo profondo, indipendentemente dal fatto che uno lo pratichi o no. Lo Shinto è attorno a noi, dentro di noi. E l'animismo delle sue origini ha messo radici in diversi aspetti della nostra vita. E questo ha a che fare con la cucina? Piega il collo e chissà perché mi viene da pensare alla primavera, all'erba scossa dal vento. Con il trattare il cibo senza violentarlo, dice. Lavorandolo il meno possibile come per preservarne l'essenza. Il fatto di specializzarsi, di dominare una ricetta, che si tratti di sushi o soba o tonkatsu o shabu-shabu: è un po' come se stessimo onorando lo spirito di quel piatto. Non credi? 

Ci sono curiosità non solo legate alla soba, piuttosto che all'importanza della salsa di soia o ai mochi, racconta anche di quartieri e di posti in particolare: Tsukiji, Asakusa, San'ya, Ginza, la zona del Palazzo Imperiale,  il Museo Ghibli tra gli altri.

E' stata una lettura davvero piacevole, ed é arrivata, come a volte capita, proprio al momento giusto.
Poco meno di 100 pagine divorate in una mezza giornata che mi hanno fatto rivivere esperienze passate e desiderare di farne delle altre, dandomi qualche spunto per il futuro.
Ho sempre avuto la stessa visione ( il Giappone-ossimoro ) e subito il fascino per questo paese un pò come l'autore  e mi sono ritrovata in certe sue considerazioni e reazioni.
Mi guardo attorno attraversato da una corrente di gioia e ansia. Sono allo stesso tempo nella situazione migliore e in quella peggiore in cui un viaggiatore possa trovarsi: sono dove ho sempre voluto andare, il luogo che da quando mi ricordo desidero visitare e di cui da sempre amo - cosa? - un'immagine mentale intima formata dalle sedimentazioni rilasciate dal cinema, dalla letteratura, dagli anime, dai manga. Per questo motivo rischio una cocente delusione; rischio d icercare qualcosa che esiste solo nella mia testa; rischio non tanto di vedere ciò che quel posto è quanto di cercare conferme a ciò che quel posto ha rappresentato a lungo dentro di me.

E' stato bello, dopo esserci stata, per la prima volta leggere un libro sul Giappone scritto da un autore contemporaneo. Il prossimo sarà Tokyo Orizzontale di Laura Imai Messina. Ce l'ho da un pò, ma avevo voglia di vivere un pò di più la città prima di leggerlo.
Deve passare sempre un pò di tempo dall' ultima volta, e devo pensare di poterci ritornare, perchè altrimenti mi risulta solitamente difficile leggere romanzi o post di persone che sono in Giappone.
Quest'anno i primi giorni mi veniva addirittura da piangere per la malinconia. Nonostante sappia che ci sono tantissime persone che ancora non hanno avuto la mia stessa fortuna di visitarlo, non riesco a non starci male. Ogni singola esperienza è un piccolo tesoro per me, ma ho sempre voglia di vedere fisicamente certi posti, di respirare la loro aria, di mangiare certe cose, di vedere certi colori, di ascoltare musiche e musichette, di sorprendermi per ogni nuova cosa che scopro. Mi manca quello che ho vissuto e quello che vorrei vivere lì. E' una costante.
Non ci vivrei, ma entro in una specie di crisi di astinenza dopo qualche mese. E so che non capita solo a me.

Tornando al libro, i personaggi fatti rivivere sulla carta ( carina e molto poetica questa scelta ) da Fabio Geda mi hanno affascinato e fatto riflettere, lasciandomi addosso piacevoli sensazioni. In quelle poche pagine è riuscito a parlare di tante piccole sfumature del mondo e della quotidianità giapponese che anche io ho in parte sperimentato. Compresi gli incontri del destino.
Anche se quelli che racconta sono di fantasia penso che non si sia ispirato solo a dei personaggi di Sōseki Natsume e Yoshimoto Banana per i suoi racconti.

E spero anch'io un giorno di poter esaurire un luogo giapponese come lui decide di fare con Asakusa ( che è al momento il mio quartiere preferito ).

Sogni e amore sono le medicine migliori, non credi?

E' un libro nel quale chi è stato in Giappone può ritrovarsi , e chi sogna di andarci avrà o meno alcune conferme riguardo alla sua immagine mentale, perchè va detto, molti dei libri citati come fonti da Geda sicuramente chi ama il Giappone li ha letti. 
Io li ho letti quasi tutti, ma non i tre che cita nel suo racconto. Erano nella mia wishlist da anni, e ora mi ha talmente incuriosito che voglio leggerli a breve, anche per ritrovare quei personaggi! :)

Io sono un gatto - Sōseki Natsume
Kitchen - Yoshimoto Banana
Kafka sulla spiaggia - Murakami Haruki

Oggi poi guardando delle foto su Instagram avevo deciso la prossima volta che vado a Tokyo di visitare il quartiere di Kagurazaka e poche ore dopo l'ho ritrovato anche sulle pagine di Itadakimasu.
Curiosa coincidenza che spero porti fortuna! :)

Insomma, devo dire grazie a Fabio che ha deciso di fare della sua esperienza in Giappone di quest'anno un piccolo godibile libro  che riesce a dire tanto in un centinaio di pagine.

Qui un video in cui Fabio Geda parla di questo libro ---> https://www.youtube.com/watch?v=Vp5kprdteOc

Tra i suoi lavori c'é un romanzo definito generazionale e altri che narrano di giovani protagonisti in difficoltà, perché oltre ad amare viaggiare è una persona che a quanto leggo si è occupato di sociale per molti anni. Chissà, magari in futuro leggerò anche altre sue opere. Devo essere ispirata però per i temi che tratta! 

1 commento:

  1. Un bellissimo libro.....un mare di ricordi che ti sommergono ad ogni parola.
    Un attimo sei seduta sul tuo divano con il libro in mano...e un attimo dopo sei a migliaia di km di distanza, avvolta dai profumi e dai rumori di un paese che ti manca ogni giorno....
    Si...un bellissimo libro...e un tegalo fantastico da una persona fantastica 😊😊😊😊

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