31/12/14

Ōmisoka: la fine di un anno e l'arrivo del nuovo in Giappone

In Giappone è già arrivato il 2015, vedo foto su Instagram e su facebook delle mie amicizie giapponesi. Vorrei tanto ora essere lì a visitare un tempio, magari un giorno lo farò! :)
Il loro modo di festeggiare è diverso dal nostro, generalmente è più sobrio e poi a mezzanotte si va tutti in visita al tempio.

mezzanotte allo Zojoji - Tokyo
La vigilia del capodanno si chiama Ōmisoka ( 大晦日) mentre il primo giorno dell'anno ha il nome di O-Shōgatsu (正月).
Negli anni antecedenti all'era Meiji la data del capodanno giapponese era basata sul calendario cinese, venendo celebrato in contemporanea al capodanno cinese, coreano e vietnamita. Successivamente venne adottato il calendario gregoriano e la festa venne spostata al 1º gennaio. L’arrivo del nuovo anno è considerato una delle più importanti festività dalla maggior parte dei giapponesi, celebrata ormai da diversi secoli secondo usi e costumi molto particolari. 
In questi giorni i giapponesi hanno fatto spese per preparare gli Osechi , i cibi augurali per il capodanno.
L'insieme delle varie pietanze viene chiamato Osechi-ryōri ( 御節料理 / お節料理 )
e vengono disposti nelle scatole bento jūbako su più piani. La tradizione è iniziata nel periodo Heian (794-1185).
I piatti che compongono l'Osechi hanno ciascuno un significato particolare che celebra il nuovo anno. Alcuni esempi sono ( fonte wikipedia ) :
  • Daidai (橙), arancio amaro giapponese. Daidai significa "di generazione in generazione", simboleggia un augurio per i bambini nell'anno nuovo.
  • Datemaki (伊达巻o伊達巻き), frittata dolce arrotolata mescolata con pasta di pesce o purè di gamberetti. Simboleggiano un desiderio di buon auspicio.
  • Kamaboko (蒲鉾), torta di pesce arrostito. Tradizionalmente, le fette rosse e bianche del kamaboko si alternano a filari o disposti in uno schema. Il colore e la forma ricordano il sole che sorge in Giappone, e hanno un significato celebrativo di festa.
  • Kazunoko (数の子), uova di aringa . Kazu significa "numero" e ko significa "bambino". Esso simboleggia il desiderio di avere numerosi bambini nell'anno nuovo.
  • Konbu (昆布), un tipo di alga. Se è associato con la parola yorokobu , significa "gioia".
  • Kuro-mame (黒豆), soia nera. Mame significa anche "salute", che simboleggia un augurio per la salute nel nuovo anno.
  • Tai (鲷), orata. Tai è associato alla parola giapponese medetai , simboleggia un evento di buon auspicio.
  • Tazukuri (田作り), sarde secche cucinate in salsa di soia. Il simbolismo è di un raccolto abbondante.
  • Ebi (エビ), spiedini di gamberi cucinati con sake e salsa di soia.
  • Nishiki Tamago (锦卵), involtini di uovo, l'uovo è separato prima della cottura, il giallo simboleggia l'oro,e il bianco l'argento.
Dagli inizi di questa tradizione ad oggi ovviamente le usanze sono cambiate e quindi dai cibi più semplici si è arrivati a ricette più particolari e anche a degli Osechi composti da pietanze occidentali o cinesi.
Anche la zuppa o-zōni ( 雑煮 ) è tipica del Capodanno giapponese. Contiene i mochi e la sua preparazione varia sia dalla famiglia che dalla regione. ( QUI un video in inglese )

E si preparano anche i Kagami mochi ( 鏡餅 ) . Due mochi di misura diversa vengono posti il piccolo sopra al più grande, insieme con arance amare e altre pietanze.
A causa dello loro consistenza viscosa, non è raro che i mochi siano responsabili di alcune morti per soffocamento nei giorni vicini al periodo di capodanno, soprattutto tra le persone anziane e gli animali! Bisogna fare attenzione!


Altra usanza non legata però al cibo è spedire Nengajō ( 年贺状 ) biglietti augurali. Deve arrivare entro il 1° Gennaio e per questo ci si reca presto alla posta e anche le poste giapponesi sono preparate e fanno in modo che arrivino in tempo. Sulla busta si specifica che si tratta di Nengajō .


Come rituale religioso c'é il Joyanokane : allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, i templi buddisti in tutto il Giappone suonano le campane per un totale di 108 rintocchi (じょやの鐘 joyanokane) a simboleggiare i 108 peccati originali nella fede buddista, in modo da allontanare i 108 desideri mondani racchiusi nei sentimenti di ogni cittadino giapponese. I giapponesi credono che il suono delle campane possa perdonare i loro peccati compiuti nel corso dell'anno precedente. Dopo aver finito di suonare le campane, si festeggia con un banchetto a base di soba.

Ma anche in famiglia di solito prima di andare al tempio c'é chi mangia la soba, nello specifico viene chiamata Toshikoshi-soba (年越しそば ) . La soba è associata al nuovo anno in quanto nei suoi kanji vi sono quelli di “anno” ( toshi ) e di “venire” (越し koshi ) simboleggiando così il passaggio all'anno successivo. È tradizione mangiare questo tipo di soba sin dal periodo Edo. La lunghezza dello spaghetto simboleggia l'augurio di una vita lunga lunga e, dato che un tempo nelle officine degli artigiani dell'oro e dell'argento si usava la pasta di soba per raccogliere i preziosi frammenti dei materiali volati via, si dice anche che la toshikoshi-soba porti ricchezza e fortuna nel nuovo anno.
La mattina del giorno di capodanno in Giappone è tradizione sorseggiare poi del fukucha, tè verde con una prugna agrodolce chiamata umeboshi.

A quanto pare in Giappone sono molto importanti le prime azioni svolte il primo giorno dell'anno.
Si visitano i templi buddisti e i santuari shintoisti ( Hatsumōde ) , si va sulla spiaggia o in luoghi dove poter vedere la prima aurora dell'anno ( Hutsushinode  ).
Altre “prime volte” per iniziare bene il nuovo anno sono l' hatsuhi (primo sole), il waraizome (primo sorriso, iniziare l'anno con un sorriso è simbolo di buon auspicio), l' hatsuyume (初夢 primo sogno - di buon auspicio sognare il monte Fuji, un falco o una melanzana ), l'  hatsudayori (il primo scambio di lettere) , le prime compere e via dicendo.
Poi si usa pulire per bene casa o l'ultimo o il primo giorno dell'anno nuovo ( Sanganichi ).

Kadomatsu a Tokyo ( fonte IG )
Una delle cose che mi piace di più delle usanze giapponesi per questo periodo dell'anno sono le decorazioni.
Il Kadomatsu (門松  “Cancello di pino”) che viene messo a coppie ( in rappresentanza maschile e femminile della natura dei kami ).di fronte alle abitazioni  per accogliere gli spiriti ancestrali o kami del raccolto. Vengono posti dopo Natale fino al 7 gennaio e possono variare a seconda della regione, ma sono in genere costituiti da pini, bambù e, talvolta, rametti di albero ume a rappresentare rispettivamente la longevità, la prosperità e la costanza. Dopo il 15 gennaio (o il 19) il Kadomatsu viene bruciato. La parte centrale del Kadomatsu è formata da tre germogli di bambù di grandi dimensioni, anche se vengono utilizzati anche Kadomatsu in plastica un pò come da noi su usa l'albero di Natale finto. I germogli sono fissati a diverse altezze e rappresentano il cielo, l’umanità e la terra. Il tutto è legato con una stuoia di paglia e di corda fresca di paglia intrecciata.

Lo shimekazari (しめ飾り) si appende invece sull'uscio delle abitazioni. Ha il doppio compito di allontanare gli spiriti maligni e di dare il benvenuto ai kami shintoisti per benedire la casa.
Lo shimekazari è composto da una corda di paglia sacra chiamata shimenawa, solitamente posta all'entrata dei santuari shintoisti, e altri materiali quali arance, felci e strisce rituali di carta bianca rituale chiamate shide.




新年おめでとうございます
Shinnen Akemashite omedetou gozaimasu !
BUON ANNO!


15/12/14

Itadakimasu - umilmente ricevo in dono di Fabio Geda


Sabato scorso mi sono imbattuta per caso in questo piccolo libro che però sono sicura mi rimarrà nel cuore. Non dovevo acquistare nulla, stavo solo guardando distrattamente gli scaffali delle guide di viaggio. Ma una volta che arrivo alla G di Giappone il mio sguardo si sofferma un pò di più e salta subito agli occhi la copertina rosa con gli usagi.

Decido di sfogliarlo e sinceramente la cosa che mi attrae di più è il titolo e la collana di cui fa parte ( Allacarta - grandi scrittori contemporanei che raccontano le grandi città del mondo attraverso il cibo ) , perché parla del rapporto che il popolo giapponese ha con il cibo, una cosa che mi incuriosisce molto. Nonostante si riveli un libro che non parla solo di cibo decido di comprarlo lo stesso. Costa anche pochino,  7,90 €, si può fare.

Sinossi 
È un ristorante di soba, dice Mikage mentre ci accomodiamo. Dico: Avranno il menù in inglese? Sorride in quel suo modo delicato. Qui non serve il menù. Perché? Perché fanno solo due piatti, i zaru soba e i kake soba. Nient'altro? Nient'altro. Specializzarsi in un piatto è una cosa piuttosto comune, in Giappone. Imparare a fare bene una cosa, da noi, ecco, credo abbia a che fare, è una mia idea s'intende, con lo Shintoismo. In che senso? Mikage si concentra. Vedi, lo Shinto è la spiritualità nativa del Giappone. È talmente antico che prima dell'arrivo del Buddismo non aveva neppure un nome: non ce n'era bisogno. È presente nella nostra cultura in un modo profondo, indipendentemente dal fatto che uno lo pratichi o no. Lo Shinto è attorno a noi, dentro di noi. E l'animismo delle sue origini ha messo radici in diversi aspetti della nostra vita. E questo ha a che fare con la cucina? Piega il collo e chissà perché mi viene da pensare alla primavera, all'erba scossa dal vento. Con il trattare il cibo senza violentarlo, dice. Lavorandolo il meno possibile come per preservarne l'essenza. Il fatto di specializzarsi, di dominare una ricetta, che si tratti di sushi o soba o tonkatsu o shabu-shabu: è un po' come se stessimo onorando lo spirito di quel piatto. Non credi? 

Ci sono curiosità non solo legate alla soba, piuttosto che all'importanza della salsa di soia o ai mochi, racconta anche di quartieri e di posti in particolare: Tsukiji, Asakusa, San'ya, Ginza, la zona del Palazzo Imperiale,  il Museo Ghibli tra gli altri.

E' stata una lettura davvero piacevole, ed é arrivata, come a volte capita, proprio al momento giusto.
Poco meno di 100 pagine divorate in una mezza giornata che mi hanno fatto rivivere esperienze passate e desiderare di farne delle altre, dandomi qualche spunto per il futuro.
Ho sempre avuto la stessa visione ( il Giappone-ossimoro ) e subito il fascino per questo paese un pò come l'autore  e mi sono ritrovata in certe sue considerazioni e reazioni.
Mi guardo attorno attraversato da una corrente di gioia e ansia. Sono allo stesso tempo nella situazione migliore e in quella peggiore in cui un viaggiatore possa trovarsi: sono dove ho sempre voluto andare, il luogo che da quando mi ricordo desidero visitare e di cui da sempre amo - cosa? - un'immagine mentale intima formata dalle sedimentazioni rilasciate dal cinema, dalla letteratura, dagli anime, dai manga. Per questo motivo rischio una cocente delusione; rischio d icercare qualcosa che esiste solo nella mia testa; rischio non tanto di vedere ciò che quel posto è quanto di cercare conferme a ciò che quel posto ha rappresentato a lungo dentro di me.